lunedì 29 dicembre 2008
Rhett Butler
(William Clark Gable 1901-1960)
Il re di Hollywood e' stato un interprete sornione e di grande presenza scenica. Che ha saputo invecchiare con classe tornando al cinema dopo la tragedia della Seconda guerra mondiale.
E' stato The King, il Re di Hollywood. Eppure William Clark Gable, nato a Cadiz, Ohio, il primo febbraio 1901, avrebbe potuto essere soltanto un semplice operaio o un fattore come suo padre, se la matrigna, Jennie Dunlap, non ne avesse incoraggiato le aspirazioni artistiche. L'attrice e regista Josephine Dillon gli affidò un ruolo in palcoscenico e uno nella vita. quello di suo marito, nel dicembre 1924. Fu lei a spingerlo verso il cinema, lo limitavano però l'aspetto goffo, i denti in disordine e soprattutto quel paio di formidabili orecchie a sventola che fecero sobbalzare il produttore Selznick quando lo vide nel '30 in un provino per Piccolo Cesare. A trasformare la sua immagine ci pensò la ricca pluridivorziata Rhea Langham, più vecchia di Gable di 17 anni, che si sostituì alla Dillon anche nel ruolo di moglie, nel 1931. La MgM pensò invece a rendere perfetto il suo sorriso e meno voluminose le sue orecchie. Gable divenne in breve la stella più brillante del firmamento hollywoodiano. Una carriera straordinaria, offuscata solo dalla morte della terza moglie, l'attrice Carole Lombard, sposata nel '39 e scomparsa in un incidente aereo. Scosso dalla perdita, Gable si arruolò in aviazione, partecipando ad azioni temerarie e tornando in patria con numerose decorazioni: ma dopo la guerra si trovò cambiato, più cupo e malinconico. Nella sua lunga carriera e' stato l'uomo forte, deciso e un po' canaglia, che sapeva sempre affrontare le difficoltà e trattare le donne. Ne sono esempi classici il reporter che doma Claudette Colber in Accadde una notte, nel '34, e l'avventuriero Rhett Butler di Via col vento , '39. Un fascino che Gable conservò fino alla fine, trasformandosi da seduttore in figura paterna di riferimento, come ben testimonia il suo ultimo, struggente ruolo, quello di Gay, il vecchio cowboy che fa innamorare la tormentata Marilyn Monroe ne Gli spostati, '61.
Adorabile faccia da schiaffi.
«Ho lavorato come un bastardo per imparare qualche trucco e lotto come un dannato per evitare di essere scritturato in ruoli che non sono in grado di sostenere». Fin dagli esordi Gable si identificò con il personaggio dell'uomo rude, quadrato e spesso violento. Il successo arrivò con Angelo bianco (1931), in cui interpretava il perfido autista che picchiava selvaggiamente Barbara Stanwyck. La MGM lo scritturò per due anni e gli pagò una protesi dentaria che avrebbe reso indimenticabile il suo sorriso e un intervento di chirurgia plastica per correggere le orecchie a sventola. Avrebbe potuto restare impigliato nel ruolo del cattivo ma la sua simpatia aggiunse fascino irresistibile al cliché del mascalzone. Nonostante recitasse accanto alle più grandi dive del tempo, i suoi film avevano come sfondo un universo principalmente "maschile": il mare, l'aviazione, la ricerca dell'oro, l'automobilismo. Cominciò a lavorare senza tregua e, naturalmente, con il passare degli anni, anche il suo personaggio risentì del crollo dei miti: quello che negli anni '30 era stato un affascinante avventuriero alla fine degli anni '50 finì per trasformarsi in un amareggiato ex buffone. Gable fu però in grado di riciclarsi e quando fu chiamato, insieme a Marilyn Monroe, a interpretare Gli spostati di John Huston (1960), si appassiono' sinceramente alla storia del suo personaggio, un cowboy di mezza età alla ricerca di un ultimo momento magico. Forse furono proprio le scene della cattura dei cavalli, per le quali aveva rifiutato di essere sostituito da una controfigura, a causare l'infarto che lo uccise il 16 novembre del 1960.
I suoi segreti.
.L'avarizia di Gable era leggendaria. Viveva nel terrore costante che la sua fortuna finisse da un momento all'altro. Altrettanto leggendario era la sua capacità di prendersi in giro. Quando la MGM gli fece sistemare i denti malmessi con una dentiera, Gable guadagnò un sorriso smagliante e conquistatore. Ma, visto che a Hollywood l'invidioso Douglas Fairbanks senior lo definiva «la meraviglia senza denti», il giorno in cui la moglie del compositore Cole Porter si complimento con lui per lo splendido sorriso, non si fece scrupolo di togliersi la dentiera davanti a lei.
.Una spinta alla sua scalata al successo venne da Irvin Thalberg: Gable stava girando Io amo (1931), insieme a Norma Shearer, moglie di Thalberg. Temendo che lo sconosciuto attore distogliesse in qualche modo l'attenzione del pubblico da sua moglie, il produttore fece inserire una scena in cui Gable la picchiava selvaggiamente, ponendolo invece al centro dell'interesse pubblico.
.Qualche anno più tardi fu invece il produttore Louis B. Mayer a decretare la definitiva consacrazione di Gable. Seccato perché l'attore era rimasto ben 10 settimane lontano dagli studi della MGM per una serie di problemi medici, lo punì, prestandolo alla Columbia per girare con Frank Capra un film intitolato Night Bus, che parlava di viaggi in autobus e che certamente sarebbe stato un fiasco. Fortunatamente per Gagle quel film divenne Accadde una notte e gli fece vincere l'unico Oscar della sua carriera (ebbe altre due nomination: nel 1935 per La tragedia del Bounty e nel 1939 per Via col vento).
.Il regno di Gable durò a lungo: l'attore fu in testa alla classifica degli incassi ininterrottamente dal 1932 al 1943 e poi ancora fra il 1947 e il 1955.
.La sua partecipazione a Via col vento fu piuttosto contrastata. Indicato dal pubblico e dagli stessi addetti ai lavori come il Rhett Butler ideale, Gable non aveva alcuna intenzione di interpretarlo. non aveva letto il libro di Margaret Mitchell e anche quando lo lesse di malavoglia, pressato dalla produzione, confermò la sua decisione. Ma in quel periodo stava divorziando dalla seconda moglie e aveva dovuto versarle un indennizzo di ben 260 mila dollari. Il produttore David O. Selznick riuscì a strappare il consenso di Gable con un offerta di 100 mila dollari.
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